Plagiocefalia posizionale: un aiuto dall’osteopatia
La plagiocefalia non è solo un problema posizionale ma anche di funzione.
Tra le alterazioni della morfologia del cranio del neonato la più frequente è la plagiocefalia.
Negli ultimi anni la plagiocefalia è uno dei principali motivi che porta i genitori a consultare un osteopata e questo per vari motivi:
-dagli anni 90 i bambini vengono messi a dormire in posizione supina, non a pancia sotto, e questo ha portato ad aumento percentuale di neonati che soffre di questa problematica
- negli ultimi anni è aumentata la sensibilità verso l’osteopatia da parte di tutte le figure che gravitano intorno al neonato: dall’ostetrica, al pediatra, alla neonatologia e questo fa sì che le richieste siano aumentate.
La plagiocefalia può essere sinostosica ( già presente nei primi giorni di vita e dovuta ad un saldatura precoce della sutura lambdoidea tra osso occipitale e parietale) o posizionale.
Esistono diversi livelli di gravità che sono dati dalla confermazione/aspetto dell’occipite ( osso della parte posteriore del cranio); piano piano che cresce la gravità cambia la posizione dell'orecchio fino ad arrivare al 4° grado che può interessare l'aspetto del viso come le guance o le bozze frontali. La forma più grave di plagiocefalia può presentare anche la comparsa di bozze a livello sia parietale che temporale(ossa dell’orecchio e della volta), che stanno a significare una pressione che interessa molte strutture. (Fig.1)
La plagiocefalia posizionale può essere presente già alla nascita e derivare da una problematica intrauterina che può essere dovuta a gravidanze gemellari, presenza di fibromi uterini, oligoidramnio ( assenza di liquido amniotico) e particolari anomalie del bacino materno. In queste forme intrauterine la deformità interessa anche, oltre che l’occipite, quelle della volta cranica, parietali e della mandibola. Se è molto importante, quindi iniziata nelle prime fasi della vita intrauterina, il trattamento osteopatico sarò rivolto a correggere gli adattamenti e meno la forma: si cercherà quindi più un equilibrio funzionale .
La plagiocefalia posizionale si presenta nelle prime 7 settimane di vita del bambino a livello occipitale ( parte posteriore) e soprattutto a destra. La posizione è il fattore principale ma non c’è solo quello; il 30-40% ( anche più alta considerando i prematuri) è legata a fattori biologici come il metabolismo osseo del bambino particolarmente labile o fattori ambientali.
La plagiocefalia non è un problema solo di forma ma anche di funzione. Uno studio pubblicato questo mese (giugno 2020) da un'equipe italiana ha cercato di mettere in luce proprio questo aspetto. Sono stati trattati 300 bambini, seguiti per 18 mesi dal 2011 al 2018, e valutati dal punto di vista craniale ma anche da punto di vista funzionale quindi sottoposti a valutazioni motorie e sensoriali. Su 310 bambini con plagiocefalia posizionale, il 19% non presentava altri disturbi ad eccezione della plagiocefalia, i restanti 252 bambini (81%) hanno mostrato disturbi isolati o associati (disturbi neurologici minori, patologie gastrointestinali, reflusso gastroesofageo, costipazione, disturbi oculari, torcicollo, anomalie ai piedi, otiti ricorrenti), che possono avere un impatto sulla crescita, sul comportamento e sullo sviluppo e influenzare il benessere del bambino e della famiglia.
Al di là del problema estetico, che crescendo sarà mascherato dai capelli, alcuni studi hanno messo in evidenza una correlazione frequente tra plagiocefalia non risolta in età neonatale e disturbi dell’articolazione Temporo-Mandibolare e di masticazione con lo sviluppo di :
- scoliosi
- deficit di coordinazione motoria
- dolori cervicali
Fig:2 Plagiocefalia da posizione: classica forma a parallelogrammo
Nella valutazione iniziale del neonato l'osteopata indagherà tutte le fasi del parto, se è stato fisiologico o distocico ( con intervento medico), l’eventuale uso del forbice/ ventosa, se c’è una prematurità , se il bambino si è attaccato bene al seno fin dall'inizio da entrambi i lati, se invece prende il biberon se riesce a prenderlo bene da entrambi i lati. Questo per cercare di capire quando è entrato in gioco il fattore traumatico.
Successivamente valuterà la forma dell’occipite, il posizionamento delle orecchie, e se presenti, anche eventuali alterazioni della parte anteriore ( bozze frontali, guance). (Fig2)
Il problema potrebbe non è essere a livello del cranio ma spesso possono essere altrove. Ad esempio un bambino con restrizione a livello toracico, in seguito a cesareo, cercherà dei compensi per sentire meno dolore e come compenso inclinerà il collo, girerà la testa. A maggior ragione un bambino che ha un leggero torcicollo, cercherà la posizione di maggior confort. Per questo motivo l'osteopata valuterà il bacino, la regione toracica, la colonna e per ultimo il cranio.
Il coinvolgimento dei genitori è fondamentale per prevenire o migliorare la plagiocefalia, quindi durante il giorno dovranno:
- far stare il meno possibile nell’ovetto il neonato
- dopo il primo mese farlo stare prono (pancia sotto ) quando c’è il cambio del pannolino e quando è sveglio; posizione che può iniziare a favorire il controllo del capo e del collo: prima tappa motoria fondamentale e base per lo sviluppo e raggiungimento dei successivi traguardi motori
- esercizi di inseguimento visivo stando vicino al bambino, 30/40cm, portando dei giochi o rumori a dx e sx per facilitare la rotazione del capo
- nell’allattamento la mamma dovrà farlo da tutte e due i seni; se allattato al biberon dare metà da un lato e metà dell'altro in modo da avere sempre la componente rotatoria bilaterale.
Il trattamento osteopatico terminerà quando il bambino ruota bene la testa, ha recuperato una buona mobilità del collo e non sono più presenti disfunzioni osteopatiche. Poi per un certo periodo ogni 2 o 3 mesi il bambino sarà ricontrollato.
Bibliografia: